La Musica nuova non vi interessa

“Dite la verità su, non ci sente nessuno, della nuova musica "non ve ne può fregà de meno".

L'Italia sembra essere un paese culturalmente immobile, impantanato, confuso, accecato, quasi soggiogato. Il dibattito politico è sterile, anacronistico e segue tracce e logiche non più percorribili che ancora indugiano sui binari del dualismo tra destra e sinistra, creando e smontando casi, strumentalizzando ogni cosa, ogni dichiarazione, ogni singola parola per poi cadere e perdersi nel becero e inconsistente insulto fino a implodere cosicché qualcuno, magari la stampa o l'opinione pubblica o ciò che ne rimane implori l'avvento di un salvatore, di un professionista che faccia almeno quadrare i conti e ci restituisca quantomeno un briciolo di credibilità.
Già perché per essere credibili bisognerebbe affrontare i cosiddetti grandi temi con competenza e senso critico verso tutte le opinioni anche quelle che ci appartengono, anche quelle più scomode.
Questo paese è come se non avesse più la forza di mettersi in discussione, così segue la scia della mediocrità , si fa trascinare dal vento del qualunquismo mascherato da globalismo esasperato.

La Musica, o sarebbe più corretto dire ciò che ne rimane, non è che lo specchio in cui questo pressapochismo cronico si riflette, una sorta di trasgressività omologata, soppesata, dispensata con ogni mezzo.
La realtà non è raccontata, bensì alterata, artefatta, strumentalizzata per l'appunto, da un coro di voci ammassate, per lo più stonate, complici di un delitto giudicato effimero quanto indiscutibilmente oggettivo, ovvero quello della lingua, nella sua forma o peggio ancora nella sua pronuncia. Ciò che ne risulta non sono nuovi suoni, nuove espressioni artistiche, nuovi linguaggi, ma tentativi scoordinati e puerili di scomporre e reinventare ritmiche e melodie, è il trionfo del brutto nel paese della bellezza.

Ma tutto ciò conta poco o nulla per voi o per noi, perché tutti chi più chi meno, chi prima e chi dopo, chi per volontà e chi per necessità abbiamo avuto un ruolo in questo inesorabile smarrimento, in questo ostentato disinteresse, perché ciò che ci tiene su di giri, ciò che riteniamo avvincente è discutere animatamente, violentemente in alcuni casi, schierarsi dalla parte di Bugo o di Morgan, di Fedez o di Giordano e così via. E l'algoritmo ringrazia, vi premia o vi trascura, come quando vi toglie anche le vostre canzoni italiane preferite apparecchiandovi un ring, un' arena di tutto punto ove accendere un'altra sfida tra Meta e Siae e che entrino i leoni e le tigri.

Suvvia non siate ipocriti, avete finalmente avuto un modo per esporvi, per far vedere quanto siete bravi a scimmiottare un balletto, la scena famosa di un film o l'assolo di The Wall. Vi siete vestiti, truccati, spogliati ed emersi gocciolanti dalle acque limpide di un mare caraibico e ora avete solo voglia di rivedere e rileggere voi stessi mentre la vostra anima aspetta ancora di essere interpellata o destata da un qualsiasi estro sia esso potente come un' esplosione o leggero come una carezza, ma questo non accadrà perché niente di ciò che è veramente nuovo e diverso da voi vi interessa e il problema non è che cosa voi siate o chi pensiate di essere, ma ciò che siete diventati, così in fretta e così inconsapevolmente da non sapere né come, né perché.


Ed è a voi che simbolicamente rivolgo il mio pensiero, a voi e alle vostre coscienze affinché ritroviate il coraggio e la voglia di scoprire quanta meraviglia ancora si nasconde nel vostro cuore. La Musica così come le parole esistono tuttora e sono lì pronte per essere scritte e ascoltate.

Cristiano Contin

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