Assembramento sonoro • Soffia un vento di ribellione sull’oceano della mediocrità
In un contesto, come quello attuale, in cui non conta ciò che pensi o ciò che dici, ma solo esclusivamente da che parte hai scelto di stare, da quale lato del guado hai l’ardire di schierarti, un contesto in cui il guado stesso non sottintende un possibile passaggio, bensì una trappola, un’ esposizione al fallo, al fatto compiuto, attraversalo e non potrai tornare indietro. In un simile svilente scenario c’è chi ha ancora il coraggio di non ascoltare, di non applaudire, di non farsi inoculare pensieri e moralità pre confezionati, c’è chi non ha bisogno di bandiere, di copiare e incollare opinioni, di sentirsi nel giusto, c’è chi ha l’assoluto bisogno di sentire la propria voce come il proprio pensiero, bisogno di sentirsi uomini in un mondo libero.
“La paura è un inganno” scrissi pochi mesi fa in un mio testo, mi auto cito così evito di avallare idee altrui, ed è tutto ciò che conosciamo una volta che rinunciamo a capire, rinunciamo a noi stessi. Socialità, immigrazione, lavoro, scuola, sanità, salute ambientale, energie rinnovabili, ricerca, discriminazione razziale, democrazia, religione, sovranismo, globalismo: eccoli i grandi temi. Lascio fuori l’arte e la cultura, voglio per ora risparmiare loro l’associazione che sto per fare, non perché vi siano in qualche modo estranee ma soltanto per preservarne almeno virtualmente tra le righe di questo articolo l’autenticità e la bellezza che da sempre rappresentano o dovrebbero rappresentare.
Interesse, economico e geopolitico: fin qui niente di più ovvio non foss’altro che tutti questi temi sono a mio modestissimo avviso assoggettati a tale trattamento cosicché la discussione non solo viene inevitabilmente inquinata ma addirittura non può nemmeno materializzarsi. Lo stesso dibattito tra visioni apparentemente contrapposte, per ognuno di questi grandi temi è sempre e comunque fuorviante con l’uso sempre più insistente di una dialettica semplicistica e semplificata mirata a captare le reazioni più istintive ed eticamente efficaci di persone talmente attaccate alle proprie convinzioni che nella stragrande maggioranza dei casi rinuncia a porsi quesiti giustificando il tutto con massime del tipo “per il bene comune” e altre innumerevoli idiozie.
Tra le arterie incrostate di odio, paura e false ripartenze, la Musica, le Arti e la Cultura sembrano sbriciolarsi, confondersi, a volte quasi nascondersi. Questi non sono solo concetti, non sono banali parole, l’arte, la cultura e la musica siamo noi uomini, sono le nostre più significative testimonianze, sono i nostri pensieri, i nostri sogni, la nostre personalissime interpretazioni del bello, dell’immortale, dell’irripetibile.
In questo oceano di mediocre e superba sensibilità c’è ancora, ve lo assicuro, chi naviga senza una meta ma con la consapevolezza che il vento può sempre cambiare e che se il tuo sguardo resterà fisso verso l’orizzonte potrai forse, un giorno, scorgere un nuovo mondo in cui l’unico diritto è la libertà e l’unico dovere è difenderla.
Ecco perché la nascita di questo spazio denominato “assembramento sonoro” non è soltanto una compilation di canzoni belle o brutte che siano, e sarebbe altrettanto superficiale ridurlo a banale protesta, io credo, invece che rappresenti tante voci e suoni e parole e che ognuno di questi non abbia né paura né tantomeno la presunzione di avere delle risposte ma che in ognuna di queste opere vi siano dignità e consapevolezza e un innato istinto, umile e fiero al tempo stesso che possa in qualche modo trovare la strada per smuovere le coscienze e risvegliare quel senso di bellezza che da troppo tempo è rimasto assopito nei nostri e nei vostri spiriti.
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Cristiano Contin