Mammal Hands, il suono crescente di Norwich

Parte da Norwich, città britannica a nord est di Londra, il flusso liquido e crescente che il suono dei Mammal Hands sembra in qualche modo lasciare immaginare.
Il dialogo continuo e perfettamente simmetrico che viene tradotto dagli strumenti di questo eclettico trio e quanto di più avvincente si possa ricercare in un ensemble di questo tipo. Non vi sono vuoti, né pause che possano in qualche modo sgonfiare il suono o allentare la tensione, il vuoto stesso è raccontato, sapientemente arrangiato.

Quanto di tutto questo sia rivolto a chi ascolta, possa cioè rappresentare un messaggio o sia, invece un modo come un altro per raccontare sé stessi non posso saperlo con certezza e sicuramente è una delle tante curiosità che mi piacerebbe un giorno soddisfare qualora ne avessi la possibilità incontrando i protagonisti che sto imparando a conoscere anche nel mentre di questa breve scrittura.

Un pianoforte sul quale è Nick Smart a disegnarne le armonie e i confini ritmici, una batteria dalla quale Jesse Barret sprigiona tempi decisi e incalzanti e poi un sax, ma non un sax qualunque ovvero quello di Jordan Smart il cui suono si traduce in una voce parlante, quasi insistente ma capace di trattenere il tuo sguardo, oltre all'ascolto, la tua attenzione e a trasferirla poi sugli altri strumenti completando così un magico crescendo, simile a una forte folata di vento o alla prua di uno scafo che si impenna sulle onde per puntare a un orizzonte fino a quel momento invisibile.

Animalia, album uscito nel 2014 è il punto dal quale sono partito ed è anche l’opera prima della band inglese, ne seguiranno altri tre sorprendentemente e quasi magicamente collegati tra loro da un filo immaginario che ne percorre l’evoluzione, rimando a voi il compito di scoprirli.

Parliamo di Jazz? Certamente, anche e non solo di quello e sempre se non riusciamo a fare a meno di catalogare le cose, la verità è che i musicisti come i Mammal Hands non lo fanno affatto, non catalogano, al contrario mettono in gioco tutto il loro intuito creativo nella stesura dei brani e il loro innato desiderio di esprimersi nelle loro esecuzioni.

Da Norwich è tutto…per ora!

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Franco Cerri, messaggero del Jazz