Streaming • La nuova frontiera della solitudine
Esibirsi senza pubblico, decadimento o necessità?
In un'epoca in cui tutto o quasi risulta evanescente, gli artisti sono sempre rimasti ancorati a una idea di condivisione che fosse compatibile o per meglio dire collegata al confronto, allo scambio, all'empatia e perché no, anche a un certo ritorno economico. Romanticismo e pragmatismo potevano e possono convivere; questo è il concetto. Ecco quindi che strumenti come i social, i podcast, e lo streaming diventano i naturali amplificatori dell'immagine, degli eventi, del merchandising e così via. I costi di produzione si abbassano e magicamente aumentano le possibilità di sviluppare e divulgare contenuti digitali e addirittura ciò che prima rimaneva confinato in quel che chiamavamo underground oggi emerge a suon di visualizzazioni, a colpi di ridondanti seppur insignificanti like.
Ondate di video e di dirette o presunte tali, riprese dalle più disparate camere da letto, un trionfo di mensole di presunta provenienza scandinava sui vari sfondi, qualche poster qua e là in chiaro stile anni '80 con riferimenti tutt'altro che casuali, si alternano alla prima della Scala o al concerto di Capodanno con la stessa nonchalance del Marchese del Grillo mentre ordina la pajata. Tutto questo nel nome della resilienza, della ripartenza, del "rimaniamo in contatto" o "andrà tutto bene" e poi ancora nello slancio pseudo innovativo dei vari ministri paladini della digitalizzazione che ne avvallano l'utilità profetizzando nuovi mondi e nuove opportunità all'orizzonte, o forse anche più in là, magari su qualche altro pianeta. La verità è che ci sentiamo tutti tremendamente più soli, e che uno smartphone non può sostituire e mai potrà un viaggio in macchina con i tuoi amici fino a Roma, un parcheggio a rischio rimozione, un panino di "gomma", una birra ma anche due o tre, e qualche migliaia di persone che hanno fatto il tuo stesso viaggio, per fermarsi davanti allo stesso palco, scoprire di essere altrove per circa due ore completamente rapiti da quella Musica suonata e ritrovarsi, storditi, il giorno dopo, come se la vita ricominciasse, per ognuno, in un modo diverso.